Mauro Sgarbi presenta retrospettiva su Zanna,creatura di Andrea Pazienza
mostra a cura di togaci
special guest
Associazione culturale Artmerlino
arte e oreficeria di Rita Ciarapica e Marco Addamiano.
sculture dedicate ad Andrea Pazienza
Reading di Alessio Brugnoli e Patrick Gentile
presso HulaHoop Gallery
via de magistris,91/93-Roma -ore 19.30
Il Vuoto e l’Azione
di Alessio Brugnoli
Avevo quattro anni, almeno credo. Ero affacciato alla finestra di quella che, parecchi decenni dopo, diverrà casa mia. C’era una cosa che mi colpiva: Viale Manzoni, sempre trafficata, era vuota. All’improvviso sentii dei canti. Mi girai incuriosito. Era una manifestazione. All’inizio rimani stupito dalle bandiere e dagli striscioni dai colori accesi e vivaci. Poi vidi le facce, piene di rabbia e dolore. Mi allontanai spaventato.
Un anno dopo, sempre nella stessa casa e nello stesso salone, ero seduto su uno scassatissimo divano rosso cardinalizio. Qualcuno accese una di quelle televisioni in bianco e nero, a valvole e con il telaio in bachelite e l’alimentatore esterno. Servivano un paio di minuti per fare apparire l’immagine. C’era un edizione del Telegiornale. Avevano rapito un certo Aldo Moro. Sentii un paio di parolacce.
Sono alcuni dei ricordi più vividi della mia infanzia che rendono l’immagine degli anni Settanta che mi ha perseguitato per anni e che ogni tanto faceva capolino nei miei incubi: un periodo buio, pieno di paura e di rabbia.
Finché, ai tempi dell’Università, conobbi Giulio: proveniva da una famiglia in cui il lavoro di ingegnere era diventato congenito, con i tutti i pregi, all’epoca ne vedevo pochini però, e i difetti del caso.
In quella famiglia vi era però una pecora nera. Uno zio fricchettone, Diego soprannominato Valis, che secondo Giulio si era fumato l’infumabile. Diego aveva una casetta dalle parti di Re di Roma, dove andavamo a studiare Analisi e Fisica II. Feci subito amicizia con lui... E mi fece scoprire l’altro lato degli anni Settanta: quello eretico, utopico e anarchico, che tanto ha influenzato la mia crescita spirituale.
Una sera rimanemmo a cena da lui. Mentre Diego ci propinava la sua stranissima cucina, che oggi chiameremmo fusion, mi cadde l’occhio su una foto. Era lui da giovane, in tenuta ufficiale da figlio dei fiori, accanto a un ragazzo dai capelli neri, vestito con maglietta chiara. Benché tentasse di accennare un sorriso, il suo sguardo sembrava essere malinconico o annoiato.
“Chi è?” chiesi
Diego sospirò
“E’ il Paz”
Si accorse della mia espressione perplessa. Così aggiunse
“Andrea Pazienza, fumettista ?”
“Ah, lavora per la Marvel ?”
Rischiai di prendermi un “han yan” in piena fronte. In compenso, così nacque la mia passione per Andrea, un testimone dei suoi anni e un profeta di quello che saremmo potuti diventare. E forse proprio il peso di questa consapevolezza, lo schifo che vedeva nascosto nel perbenismo bonaccione dell’Italia, gli ha fatto dire addio alla vita
Ho amato e apprezzato tutti i suoi fumetti, compreso quel grande bastardo dal naso aguzzo che è Massimo Zanardi. Ora, immagino che vi aspettiate qualche sproloquio, sul fatto che il Zanna sia vittima della società, della borghesia degli anni Settanta ossessionata dal consumismo e priva di ideali o metafora del proletariato oppresso.
Nulla di tutto questo. Zanardi è malvagio e la sua cattiveria trascende il tempo e lo spazio. Avrebbe compiuto danni nell’Antica Roma, nella Firenze del Rinascimento o in qualsiasi altra situazione si fosse trovato.
Zanna è un personaggio shakespeariano. E’ l’amante segreto ideale di Lady Macbeth, oppure il compagno di giochi e di bevute di Iago. Dotato di virtù, intelligenza e coraggio, è però perseguitato, come ben diceva Pazienza, dal vuoto che ha dentro il cuore.
E’ un buco nero che assorbe ogni emozione e a cui è impossibile sfuggire: una cappa di piombo sull’anima. Nascondersi nelle regole e nelle ipocrisie con cui ogni giorno ci circondiamo per tirare avanti e non scannarci a vicenda, inutile.
Fare il bene, non da nessuna soddisfazione. Anzi è doloroso, perché mostra come il marcio non sia solo dentro di noi, ma in tutto ciò che ci circonda. Rimane il Male, non per il piacere che dona nel compierlo, ma nel tentativo di rendere gli altri simili a noi.
Dare voce a un’icona di questo, a suo modo titanica, è un impresa da far tremar le vene ai polsi. Lo stesso Andrea Pazienza confessava di esserne atterrito. Per raccoglierne il testimone, bisogna avere qualcosa di più del coraggio: la sublime incoscienza del genio.
Dote che non manca a Mauro Sbarbi, pittore che come Ulisse è pieno d’ardore nel
divenir del mondo esperto e de li vizi umani e del valore.
Mauro, nato a Petaling-Jaya in Malaysia, da una famiglia di artisti italo francesi, si è formato tra Roma e Vancouver, esplorando i misteri del fumetto e della pittura e dedicandosi a una pluralità di linguaggi espressivi, dal disegno all’arte digitale.
Un mediocre si sarebbe limitato a scopiazzare le tavole di Andrea Pazienza, al massimo riproducendole in grande. Mauro ha seguito un sentiero più difficile e complicato: ha studiato a fondo l’opera del Paz, l’ha inglobata nel suo animo, ricreandola in forma nuova e sublime, secondo l’accezione data dal buon Schopenhauer: il piacere che si prova osservando la potenza o la vastità di un oggetto che potrebbe distruggere chi lo osserva.
Nei quadri di Mauro, che attualizzando la tensione sperimentale dell’arte del Paz, si evidenzia il segreto del potere che Zanardi ha su di noi: il fatto che con tutte le sue ambiguità, sia uno di noi. La sua desolazione è la nostra: a volte vorremmo essere come lui, pura irruzione del caos nel Mondo, ma ce ne manca il coraggio.
Oppure, come ci suggerisce Mauro con la sua pittura, a nostro modo, siamo più forti di lui, dato che guardiamo i nostri demoni senza esserne dominati. Le sue opere ci invitano alla speranza che Zanardi possa cambiare, ritrovando se stesso, magari come il personaggio del re Lear, godere di un istante di consapevolezza, in cui dire:
“Eppure Edmund fu amato”
Speranza che è in tutti noi, quella di riscattarci dai nostri limiti e dalle nostre debolezze: di smettere di vagabondare senza meta su una vespa, di abbruttirci su un divano o di meditare vendette e scherzi crudeli, per scoprirci un attimo cavalieri in splendida armatura o semplicemente persone che provano a fare, nel loro piccolo, qualcosa di Giusto.
Ma nonostante questo, se Zanardi non si redime e vive in noi, come un cancro che ci divora l’anima, come possiamo affrontarlo e vincerlo ?
Andrea Pazienza e Mauro Sgarbi, con le loro creazioni, ci suggeriscono come l’unica via sia l’Arte. Proiettare sulla tela o sul foglio i nostri abissi e sfidarli in un eterno duello, senza vincitori né vinti. Perché distruggerli è distruggere noi stessi.
Artmerlino
Pazienza Andrea , Genio
Come tutti quelli che in un certo senso hanno una “malattia”abbiamo dei sintomi che in qualche modo ne delineano lo stato : sintomi lievi,medi o avanzati; se sono avanzati la cosa e’ drammatica.
I primi sintomi li ho avuti tanti anni fa , quando ancor giovane leggevo molti fumetti ed ero novello studente di Liceo Artistico, cercavo una strada che al tempo era ancora evanescente ,incerta, nessuno mi ha mai detto fai il medico o “vai a lavorare”quindi persistetti nella ricerca di questa strada.
Tra i vari crocicchi che ho attraversato ricordo con molto entusiasmo quello che mi permise di entrare in una galleria d’Arte a Roma dove si esponevano opere di Andrea Pazienza: l’Amore a quel tempo prese i connotati dei suoi colori e del suo tratto, ma soprattutto della sua Opera , Magica,Infinita, Irripetibile. Fu Amore a prima vista.
Negli anni i crocicchi si sono moltiplicati, ma con Pazienza,giochino di parole, sono andato avanti portandomi dietro come bagaglio culturale questo maestro di San Severo che ho sempre reputato al pari dei piu’ grandi annoverati nei libri di storia dell’arte. Un errore di valutazione?
Forse no perche’ Andrea Pazienza grande lo era e lo e’ veramente, anche tutt’ora che ne celebriamo solo la memoria.
Se fossi stato un pittore probabilmente si sarebbe mostrato in qualche mio quadro e se fossi stato fumettista sicuramente il suo segno mi avrebbe “posseduto”, ma in uno degli ultimi crocicchi decisi per una via terza: quella della scultura e dell’oreficeria,una passione nata per dare volume ai miei sogni. Ho avuto la fortuna , prendendo questa strada, di poterla condividere con la persona con cui vivo e da allora abbiamo potuto condividere questa passione che e’ stata leit-motiv del nostro laboratorio e del nostro lavoro da oltre 15 anni.
Siamo ad oggi: tanti si chiederanno “ma perché questi modelli di un soggetto che non è il vostro”??
Vi rispondiamo , come in un sogno vorresti vedere materializzati i soggetti che ne fanno parte ,così abbiamo voluto dare una rotondità a quei personaggi che vivevano solo sulle pagine di un fumetto o di un libro come per creare un ponte fra noi e coloro che sono stati un segno per la nostra epoca; provare a toccare, dandogli un’anima che si imprime modellando. Massimo Zanardi è l’alter ego di Andrea Pazienza sfiorando il suo naso salutiamo Andrea ringraziandolo per l’Arte che ci ha donato, un atto d’Amore e se non capite…….Pazienza !
Associazione culturale Artmerlino Arte in oreficeria…e non solo…
Marco Addamiano & Rita Ciarapica
Patrick Gentile
PATRICK GENTILE
Sono nato a Roma il 16 luglio 1972. Dopo il diploma di Maturità Artistica conseguito nel 1991, a 25 anni mi sono laureato in Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea alla Facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza, con una tesi sul poeta italiano Andrea Zanzotto e il suo volumetto di versi "Meteo".
Lavoro dal 2000 presso un’agenzia di marketing e automotive a Roma, dove tuttora risiedo.
Genuinamente irrequieto e caparbio, amo scrivere, raccontarmi e far discutere. Forse perché irresistibilmente spinto verso il grado zero delle cose. Un'inclinazione che mi rende appassionato e passionale ma al contempo facile alla noia e al bisogno di nuovi stimoli psicologici e filosofici.
Nel 2012 ho pubblicato sul sito Lulu.com due romanzi: “Più l’infinito, più il cosmo” e “Wash”.
Sempre su questo sito attualmente per pubblicare la mia prima raccolta di versi “Per i bruciati sterpi (versi 2011-2013)” e sto lavorando a un quarto romanzo.
Alessio Brugnoli
Nato nel 1973, nel 2000 Alessio Brugnoli si trova a svolgere il compito di redattore presso la fanzine Solotesto, in cui si occupa di argomenti connessi con la fantascienza.
Terminata la collaborazione, si trasforma in un blogger, dopo la sua laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni. Nel 2008 alcuni suoi post son stati pubblicati sul quotidiano Liberal.
Contemporaneamente si dedica alla pubblicazioni di testi sulla teoria del caos e sul marketing
Nel 2007 incomincia la sua collaborazione con la rivista Ultima Thule, per la quale provvede alla stesura di articoli riguardanti l'Arte Medievale.
Nello stesso anno è tra i fondatori dell'Associazione Culturale il Faro finalizzata al rilancio della poesia e della prosa in dialetto.
A febbraio 2009 intraprende la sua attività di curatore d'arte, organizzando a Ferrara il Festival di Video Art, dedicato al centenario del movimento futurista.
A ottobre 2009 cura la mostra Danza di De Broglie, presso la galleria New Ars Italica, in cui artisti contemporanei di varie tendenze meditano con le loro opere sul rapporto tra Realtà concreta e Realtà virtuale
A novembre 2009 cura la mostra Enigma di Turing, dedicata alla rappresentazione della robotica e dell'intelligenza artificiale nell'arte contemporanea che riscuote un grosso sucesso di critica e pubblico
A gennaio 2010 comincia lavorare come editorialista sul principale sito d'arte italiana, Equilibri Arte e sulla rivista di fotografia Potpourri. Contemporaneamente, scrive numerose introduzioni a cataloghi di artisti.
Collabora poi con la Castelli Gallery a Milano, per cui ha curato le personali di Dorian Rex, di Manuela Morgia, di Kindia Blu ed Oscar Morosini.
Ha partecipato all'organizzazione della mostra Gratta e Vinci sull'Invidia e sull'Odio, di Fulvio Martini e Luca Palazzi ed allo start-up del Centro Labicano d'Arte Contemporanea e del Centro d'Arte Contemporanea di Patti e Tindari.
Un suo progetto, in collaborazione con l'artista Massimo Balestrini, ha partecipato ad Art Basel Miami
Nel 2011, oltre allo start-up della rivista d'avanguardia on line Quaz Art, ha curato diverse mostre per la galleria Quattro Cantoni a Roma e per la Provincia di Viterbo, come Animatematicante, bipersonale di Armando Pelliccioni e Marino Rossetti.
Inoltre comincia la sua collaborazione con la rivista Next.
Nel 2012 pubblica il suo primo romanzo Il Canto Oscuro. Nello stesso anno, collabora con l’Art Festival di Cerreto Laziale e con Renato Costrini, per lanciare il progetto dell’associazione culturale Artespazio La Vaccarella.
Per tale associazione cura le mostre Still Lives, Musica per gli occhi, Black and White e Homines
Contemporaneamente, si dedica a conferenze e reading letterari. Nel 2013 diverse antologie pubblicheranno suoi racconti.
.
Etichette: alessio brugnoli, Associazione culturale Artmerlino Arte in oreficeria, di pazienza, mauro sgarbi, mostra, patrick gentile, scultura