WOMEN IN BLACK BI-PERSONALE DI FOTOGRAFIA MARY ROUGE E BLAS-PHGRAFIK
Il secondo evento parte il 27/01/2012 al 9/02/2012 HulaHoop Club
a cura di Togaci.
Con Le fotografe che hanno donato scatti e interpretando ,moti dell'anima .
Simona Manzone alias Blas.phgrafik artista Piemontese e M.antonietta Cardea alias Mary Rouge
La serata si animerà con un duo di danza “Alter-Ego” è estratto dalla performance la danza “ Guaranì” nata dalla collaborazione tra le danzatrici Irene Giorgi e Marta Mearelli.
Un passo a due femminile danzato sulle toccanti note del notturno di Chopin in netto contrasto con lo stile contemporaneo.
Women in black bi-personale di Fotografia
M.antonietta Cardea alias Mary Rouge & Simona Manzone alias Blas.phgrafik
testo: di Camilla Cossu
Due donne, due mondi. Ed anche più.
L'universo scenografico che ci mostrano Mary Rouge e Blas.phgrafik è popolato da altre donne, altre anime che si muovono sulla superificie delle cose. Seppur entrambe colgano il dato reale, questo viene mutato senza incertezze dall'innata volontà di scavare nelle zone più oscure e più fragili del desiderio umano. L'apparenza e la nudità, allora, si offrono ai nostri occhi senza preoccupata distinzione: esseri garbati paiono danzare su un piano parallelo che s'allontana dalla realtà tangibile, a metà tra l'irreale ed il fantastico.
In Mary Rouge gli elementi naturali trasfigurano e giocano la loro presenza su gamme coloristiche brillanti e sature, gli oggetti divengono ambienti avvolgenti. L'erotismo è un contenitore spaziale, il respiro vitale delle donne che vogliono di mostrare il proprio corpo nell'imperfezione di una calza a rete strappata e di un trucco retrò. Se la femminilità è donna, questa non si limita a risiedere esclusivamente in essa ma abita il sesso opposto con la grazia efebica e suadente della pura innocenza. Gli scatti di Mary Rouge posseggono una sottile musicalità in cui il sensuale è ciò che parte dalla mente per giungere ai tacchi, simbolo di sudata ma ineludibile scomodità di vita e di piacere.
Blas.phgrafik è equilibrata compostezza libera da rigidità accademiche e da regole razionali. L'artista fa capolino dall'esperienza di più vite, ne estrapola il tacito spessore e lo intreccia, lo sovrappone. Il limite temporale è abbattutto: non vi è appartenenza specifica e nè potrebbe essere, se ciò che viene bloccato in un momento è la contemporanea fluidità dell'inconscio. Per questo le sue opere sono pregne di quel sapore antico dell'esistenza, frammenti di vite collettive esibite senza vergogna a testimonianza di una schizofrenica indagine che fonde corpo e mente, universali traghettatori sani di emozioni
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